domenica 28 ottobre 2007



A dieta senza sacrifici inutili


Stare a dieta per un determinato periodo di tempo, imponendosi una serie di restrizioni alimentari più o meno "dure", comporta vantaggi molto limitati, perché in fondo quasi tutte le diete oggi disponibili sono utili a perdere peso ma funzionano solo per un breve periodo. Quando infatti si riprende la propria alimentazione abituale - se questa è errata o se si conduce una vita troppo sedentaria - il peso viene di solito riguadagnato nell'arco di breve tempo.

Se si vuole evitare di ingrassare o, come più spesso accade, si vuole calare di peso è necessario correggere una serie di cattive abitudini, senza angosciarsi con complicati calcoli sulle calorie. Modificare i comportamenti sbagliati richiede tempo, pazienza e giuste motivazioni: se per anni siamo stati abituati ad una alimentazione scorretta, possono essere necessari molti mesi per raggiungere un certo risultato. Per un cambiamento duraturo del nostro modo di mangiare è poi indispensabile seguire un percorso graduale di educazione alimentare, acquisendo progressivamente uno stile di vita corretto che porti ad alimentarsi abitualmente secondo un criterio di salute. È sempre preferibile mirare ad una perdita di peso lenta, ma costante, possibilmente sotto la sorveglianza di uno specialista della nutrizione. Di seguito sono riportati alcuni consigli semplici e pratici per una sana alimentazione.

Ridurre gli zuccheri semplici

Un eccesso di zuccheri (anche detti carboidrati "semplici") nell’alimentazione è certamente uno dei principali responsabili dell'aumento di peso nella popolazione generale. Ma attenzione! I carboidrati, soprattutto quelli "complessi" che sono contenuti, per esempio, nella pasta, nel pane, nelle patate, nel riso e nei cereali in genere, nei legumi sono essenziali per la nostra alimentazione e devono essere consumati regolarmente, anche tutti i giorni, una volta al giorno. Vanno invece drasticamente ridotti (e ancora meglio temporaneamente eliminati) gli zuccheri contenuti nei dolci (che peraltro sono anche ricchi di grassi), nei biscotti, nel miele e nella marmellata, nelle caramelle e gomme da masticare, nella coca cola e, in genere, in tutte le bevande commerciali erroneamente usate, specie dai più giovani, come accompagnamento del pasto in sostituzione dell'acqua. Ma è bene abituarsi a rinunciare anche al classico cucchiaino di zucchero nel caffè. In questo caso, si può agevolmente ridurre a poco a poco la quantità di zucchero aggiunto quotidianamente nella tazzina in modo da "allenare" progressivamente il gusto ad un sapore meno dolce e, alla fine, "macchiare" regolarmente la bevanda con un po’ di latte. Quando si decide di mangiare il dolce (non più di una volta a settimana) è opportuno scegliere quelli a ridotto contenuto di grassi come il ciambellone (magari fatto in casa), le crostate o il plum-cake.

Un consiglio prezioso: non associare mai due "primi piatti" nello stesso pasto (pranzo o cena), quindi, per esempio, non mangiare contemporaneamente pane e pasta, pane e patate oppure pasta e legumi.

Utilizzare meno grassi

I grassi sono un costituente essenziale della nostra alimentazione, perché contengono sostanze importanti come alcuni acidi grassi essenziali e vitamine A, D ed E (note anche come antiossidanti). Vanno però assunti in quantità controllata per l'elevato contenuto di calorie (100 grammi di olio contengono 900 calorie!).

Per il condimento è consigliabile:

  • Usare solo olio extravergine di oliva: non condire mai a occhio ma imparare a dosarlo con i cucchiai (due cucchiaini equivalgono a circa 90 calorie, pertanto quattro-sei cucchiaini al giorno vanno bene quando occorre perdere peso).
  • Sostituire il burro con latte totalmente scremato e i formaggi stagionati con la ricotta.
  • Imparare a cucinare risparmiando al massimo i grassi. Carne e pesce possono essere cucinati alla griglia, al vapore, al forno senza ungere il tegame ma usando la carta da forno o in una padella antiaderente. Per risparmiare grassi di condimento, anche il vino può essere utile: malgrado l'alcool sia una cospicua fonte di calorie, ha tuttavia il vantaggio di evaporare durante la cottura.

È molto importante imparare ad usare erbe aromatiche perché apportano gusto e sapori ai piatti senza aumentarne l'apporto calorico. Preferite sempre le erbe aromatiche fresche a quelle secche. Usate liberamente per la cottura dei cibi limone e aceto. L'aceto esalta particolarmente il sapore di alcuni cibi come carne, pesce, uova e verdure e permette di rendere più tenere le marinate di carne e pesce. Assai prezioso per condire è l'aceto balsamico, derivato dal mosto di uva cotto e fermentato: poche gocce sono sufficienti per aromatizzare insalata e carni bollite. Il limone è un ottimo condimento privo di calorie: la sua acidità ha la proprietà di rendere le carni tenere e la sua scorza grattugiata dona sapore e digeribilità non solo a creme e dolci, ma anche a scaloppine, risotti, pesce al forno e pasta asciutta.

Un consiglio prezioso: evitate di far soffriggere l'olio e condite sempre a crudo. Per fare un "soffritto", diluite con un po’ d'acqua o di vino due-tre cucchiaini di dado da brodo vegetale (in polvere), unite aglio, cipolla, peperoncino o altre spezie a piacere più un pizzico di sale e quindi cucinate la pietanza che avete scelto (per esempio una verdura cotta ripassata in padella o un condimento per la pasta o il riso).

Aumentare il consumo di fibre vegetali

L'aggiunta di frutta e verdura a tutti i pasti (sia pranzo che cena), ma anche una certa preferenza per i cereali integrali (pane e pasta integrali, cereali a base di crusca per la prima colazione) aumenta la quantità di "fibra" nella dieta. La fibra è formata da un tipo speciale di carboidrati (per esempio la cellulosa, che è un costituente delle piante) che non viene direttamente assorbito dall'intestino umano e quindi:

  • rallenta lo svuotamento del cibo dallo stomaco, favorendo la sazietà;
  • riduce l'assorbimento degli zuccheri semplici (contenuti, per esempio, nei dolci) moderando l'innalzamento della glicemia (il livello di zucchero nel sangue) dopo un pasto (cosa utilissima nei diabetici);
  • facilita il regolare funzionamento dell'intestino;
  • sembra avere un effetto preventivo su alcuni tumori.

Pertanto, è utile mangiare verdura cotta alternata a verdura cruda sia a pranzo che a cena.

Un consiglio prezioso: non è vero che la pasta fa ingrassare, ma è importante come viene condita. Cucinate il più spesso possibile la pasta (o il riso) con la verdura: 100 grammi di spaghetti con le melanzane o di fettuccine ai carciofi equivalgono a circa 80 grammi della stessa pasta condita "in bianco" o con la salsa di pomodoro (con un risparmio delle calorie pari al 20 per cento).

Rispettare un "ritmo" alimentare

È sempre importante seguire un "ritmo" nella nostra alimentazione quotidiana, aggiungendo ai tre pasti fondamentali (colazione, pranzo e cena) due o tre spuntini. Gli spuntini possono essere fatti con 150 g di latte (per esempio un cappuccino) o un vasetto da 125 g di yogurt (anche alla frutta), con 200 g di frutta o anche con un piccolo panino (40-50 g) farcito con verdura, prosciutto crudo, speck, bresaola o fesa di tacchino). Evitate cracker, grissini, pizza a taglio o piadine: sono prodotti da forno abitualmente troppo ricchi di grasso.

Osservare tutti i giorni questo ritmo è importante perché limita gli eccessivi sbalzi della glicemia che si determinano stando più di 3-4 ore a digiuno e impedisce di arrivare ai pasti principali eccessivamente affamati. La scelta degli orari per gli spuntini è assolutamente soggettiva e può variare da giorno a giorno. È consigliabile fare lo spuntino "più saziante" nel momento della giornata in cui siete più vulnerabili al cosiddetto "buco allo stomaco".

Un consiglio prezioso: se dovete andare a cena fuori, fate un piccolo spuntino (anche con un panino) un'ora prima di uscire di casa. Quando sarete al ristorante la vostra capacità di controllo (per esempio di fronte agli antipasti) e le vostre scelte alimentari saranno più equilibrate.

Bere molta acqua

Bere abitualmente molti liquidi è importante perché aiuta a stimolare la diuresi, cioè l'eliminazione con l'urina dell'acqua eventualmente accumulata in eccesso nel nostro corpo. I liquidi permessi sono l'acqua (preferibilmente povera di sodio) - nella quantità minima di 1 litro e mezzo al giorno - più tisane, camomilla o tè senza zucchero. È consigliabile bere moderatamente durante i pasti e abbondantemente lontano dai pasti.

Un consiglio prezioso: per abituarvi a bere di più, portate sempre in borsa una bottiglia d'acqua da mezzo litro; servirà a ricordarvi di bere di tanto in tanto nel corso della giornata, quando siete fuori casa.

È importante anche “come si mangia”, quindi quando siete a tavola:

  • Evitate di bere alcool prima di iniziare a mangiare.
  • Non mettete in tavola bevande zuccherate (coca cola, aranciate, succhi di frutta).
  • Sistemate un piatto di verdura cruda (carote, finocchi, ravanelli) al centro della tavola: può essere un buon modo per ingannare l'attesa fra una portata e l'altra.
  • Mangiate lentamente e masticate a lungo per assaporare meglio ciò che si mangia.
  • Alzatevi da tavola appena finito di mangiare.

Un consiglio prezioso. Non guardate mai la TV durante il pasto: spostare l'attenzione dal cibo al contenuto di un programma televisivo può pregiudicare il gusto e limitare la soddisfazione per quanto si sta mangiando e, inoltre, i messaggi "stressanti" trasmessi dal video possono alterare la digestione e l'assorbimento degli alimenti.

Fare regolare attività fisica

Tutti gli studi effettuati negli ultimi venti anni indicano che gli italiani stanno progressivamente ingrassando (come del resto quasi tutta la popolazione occidentale), anche se - sorprendentemente - il consumo medio di calorie pro capite è rimasto quasi invariato. Morale: mangiamo forse male, ma soprattutto facciamo una vita sempre più sedentaria. Un po’ di movimento in più - tutti i giorni e non solo nel weekend - è indispensabile per perdere peso.

Camminare tutti i giorni per circa 30-40 minuti, a passo regolare ma senza soste, fare regolarmente le scale, dedicare 10 minuti a piccoli esercizi fisici in casa, pedalare su una cyclette, portare a spasso il cane dopo cena sono tutte semplici opportunità per una attività fisica regolare, senza essere costretti a frequentare costose palestre o centri fitness. Circa un'ora al giorno di movimento (ottenuta sommando tutte le attività descritte) è sufficiente - insieme ad un’alimentazione corretta - per perdere i chili in eccesso e, soprattutto, per mantenere il risultato raggiunto.

Un consiglio prezioso: evitate di coricarvi dopo un pasto abbondante e ricordate che con un'ora di cammino si consumano approssimativamente le calorie di un etto di pasta asciutta condita con pomodoro e basilico.

lunedì 22 ottobre 2007

Aglio e salute, benefici nelle malattie cardiache

L'aglio ha numerose proprietà curative fra le quali c'è quella relativa agli effetti benefici per il cuore. Presso l'University of Alabama di Birmingham sono stati condotti alcuni studi le cui conclusioni sono state che l'integrazione dell'aglio nella dieta è uno dei modi più efficaci per tenere sotto controllo la pressione sanguigna e proteggersi da patologie cardiovascolari. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences - Ottobre 2007).

I benefici dell'aglio sono legati ad una sostanza, il solfuro d'idrogeno (H2S), liberata dai globuli rossi quando entrano in contatto con i polisolfuri contenuti nella pianta. Sebbene non si conoscono ancora i meccanismi molecolari che hanno a che fare con i processi di blocco del danno ossidativo a livello cellulare, si è constatato che il solfuro d'idrogeno rilassa i vasi e permette al sangue di fluire più facilmente.

I ricercatori, per esaminare i benefici dell'aglio sul sistema cardiovascolare, hanno immerso alcuni vasi sanguigni di topo in un frullato di aglio. Dall'analisi si è rilevata una riduzione dell'ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni pari al 72 per cento, una situazione che comporta un'importante diminuzione della pressione sanguigna e di conseguenza una diminuzione dei rischi legati al sistema cardiovascolare.

David Kraus, coordinatore della ricerca e professore presso l'University of Alabama, spiega che i benefici dell'aglio sui vasi sanguigni sono causati dall'allicina, la sostanza che dona all'aglio e all'alito di chi lo mangia il ben noto odore sgradevole. L'esperto evidenzia però che non ci sono dubbi sul ruolo dell'aglio nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, inoltre, numerose ricerche hanno dimostrato che la pianta è utile anche nel rallentare la progressione dei tumori e nella cura di altre patologie.

domenica 14 ottobre 2007

QUANDO IL LATTE PUÒ FARE MALE


Fa bene, dicono alcuni, è un alimento completo e previene l'osteoporosi. Fa malissimo, dicono altri, spiana la strada a diversi tipi di tumori, dal seno alla prostata, è responsabile di molte allergie alimentari e toglie forza alle ossa... Ecco le ultime ricerche.


Il latte è il primo, vitale alimento dei cuccioli di ogni specie di mammifero. Finito lo svezzamento, però, solo i cuccioli d'uomo continuano a consumarlo, in quantità variabili a seconda dei Paesi, delle mode e persino dell'eredità genetica che si ritrovano. Su Focus 176 Amelia Beltramini e Paola Grimaldi raccontano lo straordinario rapporto tra l'uomo e il latte: materno, vaccino, "alternativo"... Un rapporto complicato da studi che sembrano confermare l'opinione di molti nutrizionisti e mettono in dubbio i benefici generalmente attribuiti al latte di origine animale, fino a considerarlo addirittura un pericolo per la salute. Qui cerchiamo di fare chiarezza in questo dibattito, che si è riacceso con la pubblicazione, negli ultimi mesi, dei risultati allarmanti di alcuni studi condotti su vasti campioni di popolazione negli Stati Uniti e in Europa. Decine di migliaia i soggetti sotto osservazione, selezionati tra "categorie" significative perché composte da individui motivati sui temi dell'alimentazione: per lo più medici, ma anche persone che si riconoscono in particolari filosofie alimentari, dai vegani ai vegetariani fino ai difensori della carne a ogni costo.

Fa male. Anzi, peggio!
Il fantasma che anima la discussione sul latte è il cancro, in particolare quello alla prostata e al seno, che le "evidenze statistiche" delle ultime ricerche hanno appunto messo in relazione col consumo di latticini. Negli Usa, col programma decennale Physicians Health Study sono stati tenuti sotto osservazione 20.855 medici (maschi), divisi in due gruppi: i "consumatori di latticini", con oltre 2 porzioni e mezzo di latte e derivati al giorno, e coloro che invece di questi prodotti fanno un uso molto ridotto (mezza porzione) o addirittura nullo. Tra gli individui del primo gruppo la probabilità di sviluppo di cancro alla prostata è stata superiore del 30%. Un secondo programma di ricerca, Health Professionals Follow-Up Study, avviato nel 1999, ha monitorato circa 50.000 soggetti. Tra questi, i grandi consumatori di latticini hanno sviluppato una percentuale di rischio di insorgenza di cancro alla prostata del 70% superiore rispetto all'altro gruppo. Ma c'è di più: dai dati raccolti i ricercatori hanno dedotto che la percentuale di rischio cresceva in modo rapidissimo tra quanti avevano un consumo medio giornaliero di calcio di 2.000 mg (2 grammi) o più. E così hanno messo in relazione diretta il cancro alla prostata con il calcio, uno degli elementi dei latticini a cui si attribuisce più importanza, presente nel latte in quantità variabile attorno ai 120 mg per 100 grammi di parte commestibile (il riferimento è al latte di vacca Uht intero). Un più recente programma di ricerca finlandese su un campione di 29.133 uomini specifica con maggiore chiarezza il rapporto tra tumore e calcio: «Nel gruppo con un'alimentazione ricca di calcio (più di 2 grammi al giorno) la percentuale di rischio è stata del 63% superiore rispetto a chi ne ha consumato meno di 1 grammo al giorno», affermano i nutrizionisti finlandesi sull'International Journal of Cancer, e ritengono di avere identificato il meccanismo che innalza il rischio. «L'eccesso di calcio alimentare inibisce l'attivazione della vitamina D, essenziale alla salute della prostata.» E nella popolazione femminile, le ricerche evidenziano risultati simili per i rischi relativi al tumore al seno.

Il rapporto con la massa ossea
Il calcio contenuto nel latte e nei suoi derivati contribuisce alla solidità della massa ossea? È un'assicurazione contro l'osteoporosi? I risultati del National Health and Nutrition Examination Survey (Stati Uniti) non sembrano lasciare spazio a dubbi: l'assunzione di calcio non dimostra effetti protettivi. Il motivo andrebbe cercato nelle proteine animali di cui è ricco il latte stesso (e le carni, è naturale). Le proteine "mobilizzano" il calcio dalle ossa, proprio come se lo grattassero via, provocandone poi l'escrezione per via urinaria. La ricerca, per la verità, evidenza che lo stesso effetto ce l'hanno anche il sale, la caffeina, il tabacco... ma ciò non impedisce alle "linee guida dietetiche" degli americani di suggerire una dose massima giornaliera di un bicchiere di latte.

La difesa
Una prima reazione forte a questi risultati viene da Gregory Miller, vice presidente del National Dairy Council, la potente lobby americana dei produttori di latte e derivati: «Altre ricerche indicano invece una stretta relazione tra il consumo di latticini e l'ottima salute delle ossa, buoni valori di pressione arteriosa e una sostanziale riduzione del rischio di cancro al colon», afferma. Potrebbe sembrare una difesa d'ufficio, ma non è così, perché le ricerche a cui fa riferimento sono altrettanto ampie e autorevoli, condivise da una parte della comunità dei nutrizionisti. «Il vero problema», continua Miller, «sta nell'identificare ciò che davvero scatena il cancro e in quale momento, perché ogni cellula che potrebbe sviluppare un tumore attraversa una lunga serie di "stati pre-tumorali" la cui natura è tutt'altro che nota. Un fattore esterno qualunque potrebbe essere potenzialmente scatenante in una fase e innocuo in un'altra.» E questo spiegherebbe perché ricerche sostanzialmente simili possano arrivare a risultati opposti: «Il consumo regolare di latticini riduce il rischio di tumore al seno dopo la menopausa», dichiarava Marjorie L. McCullough al congresso dell'American Cancer Society (Atlanta, dicembre 2005), forte dei risultati di una ricerca su 68.876 donne.

Fa bene o fa male?
Tutto ciò davvero non aiuta a fare chiarezza, e lo ha ben sottolineato il dottor Francesco Cipriani, dell'Agenzia Regionale di Sanità (Toscana) nel corso di un convegno sul rapporto tra alimentazione e salute: «L'insieme delle "evidenze" riassunte dalle commissioni internazionali sui rapporti tra latte e derivati e le patologie tumorali non è conclusivo. Né per un effetto protettivo, né per uno di rischio». Allora come dobbiamo comportarci nelle nostre abitudini alimentari? La conclusione di questo dibattito è ancora lontana, ma, nel dubbio, probabilmente moderare i consumi di latticini fin dai primi anni di vita sembra essere la scelta migliore.