lunedì 16 giugno 2008


PIERCING? TENDENZA E RISCHI PER LA SALUTE.

Molto frequenti, anche se fortunatamente non sempre così gravi, sono le complicazioni legate alla pratica del piercing. Si tratta infatti di un trend in piena parabola ascendente che potrebbe però presto risultare in un carico economico e di lavoro eccessivo per il sistema sanitario nazionale a causa dei rischi correlati a questa pratica, soprattutto quando realizzata in condizioni igieniche discutibili. È l'avvertimento lanciato da una ricerca pubblicata sul British Medical Journal, nella quale sono stati indagati la popolarità del body piercing e la frequenza delle complicazioni e degli interventi sanitari necessari per porvi rimedio.

Secondo lo studio inglese, almeno una persona su 10 al di sopra dei 16 anni e circa il 50 per cento degli individui di età compresa tra i 16 e i 24 ha almeno un piercing. In prevalenza sono donne giovani o adolescenti. Differenze di genere sono state poi riscontrate nella parte del corpo destinata a ricevere il piercing: le donne prediligono ombelico, naso, orecchio e lingua, mentre gli uomini capezzolo, sopracciglio, orecchio e lingua.

Purtroppo lo studio ha rivelato anche che un terzo dei piercing non viene effettuato in uno studio specializzato, dove sono garantite le norme igieniche e di sicurezza necessarie ad evitare infezioni e complicazioni. Uno dei rischi che si corrono a farselo da soli o dal cugino dell'amico di un amico è ad esempio quello di contrarre l'epatite, ma anche una semplice infezione può avere gravi conseguenze.

Il tipo più comune è quello all'ombelico e almeno un terzo delle complicazioni registrate nello studio è associato a questo tipo. Complicazioni sono state riscontrate anche per il 50 per cento di quelli alla lingua, per quelli al capezzolo e per quasi tutti quelli sui genitali. La risoluzione di questi problemi, che spesso si presentano anche dopo diversi mesi, è affidata spesso ai medici di base se non addirittura al pronto soccorso.

Tutto ciò non riduce la richiesta: il mercato prospera e le previsioni stimano che presto almeno metà della popolazione femminile esibirà orgogliosa il proprio piercing. Per evitare dunque problemi imprevisti e soprattutto tragedie senza senso occorre secondo i ricercatori lavorare per rendere più sicura questa pratica, ad esempio acquisendo informazioni sui fattori di rischio, incrementando il numero di laboratori specializzati dove effettuare con maggiore sicurezza questi piccoli interventi nonché sensibilizzando chi offre questo servizio in merito ai rischi.

domenica 8 giugno 2008






Diamoci una mossa


Italiani, un popolo di sedentari?
Attività fisica strumento di prevenzione?
Quale attività scegliere?
Prima regola camminare?
Come e quanto?

Italiani, un popolo di sedentari?

Nell’Unione Europea quasi i due terzi della popolazione adulta (dai 15 anni in su) non svolgono una quantità sufficiente di attività fisica e, nel nostro Paese, almeno il 40 per cento della popolazione trascorre “seduta” il proprio tempo libero.
Ancora più preoccupante appare la riduzione del numero di ragazzi praticanti un’attività sportiva: tra i giovani di 18-19 anni, la quota di persone completamente inattive è passata dal 18 per cento del 1997 al 24 per cento nel 2001. Lo stesso accade nelle fasce di età più precoci: tra i 6 e i 10 anni più di un bambino su 5 non svolge alcuna attività fisica nel tempo libero. Infine, secondo la “Relazione sullo stato sanitario del Paese 2001-2002”, circa il 60 per cento degli adulti tra i 25 e i 64 anni non svolge alcuna attività fisica.
Tutto questo spiega, tra l'altro, l’aumento vertiginoso del sovrappeso e dell’obesità nella popolazione occidentale. La promozione dell’attività fisica diviene quindi un’azione prioritaria di Sanità pubblica. Lo dimostra il fatto che essa viene ormai inserita nei piani di programmazione sanitaria in tutto il mondo.

Attività fisica strumento di prevenzione?

L’attività fisica è uno degli strumenti principali per migliorare la salute fisica e mentale delle persone e il suo effetto protettivo nei confronti di molte malattie può essere paragonato a quello di non fumare.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una vita “attiva” aiuta ad abbassare la pressione, a prevenire le malattie cardiovascolari e – in particolare – il rischio di infarto, contribuisce a mantenere più facilmente il giusto peso evitando obesità e sovrappeso, abbassa il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 (quello che si manifesta nell’età adulta), previene lo sviluppo di alcuni tumori come il tumore del colon e quello del seno, contribuisce in modo significativo a mantenere in salute i muscoli e le ossa, previene l’osteoporosi e quindi, specialmente negli anziani, limita il rischio di dolori alle ossa, di cadute e di fratture.
Alcuni studi dimostrano che le persone fisicamente attive hanno in media un'aspettativa di vita superiore di circa 6 anni rispetto a quelle che conducono una vita sedentaria. Come se non bastasse, altri studi hanno recentemente sottolineato il valore del movimento nel ridurre i sintomi da depressione, ansia e stress.

Quale attività scegliere?

L' attività fisica può variare molto di intensità, che è grosso modo correlata allo sforzo compiuto e quindi all'energia che viene spesa dal nostro corpo. Per esempio, la corsa o l’uso della bicicletta sono attività più intense rispetto ad una passeggiata, così come camminare ad andatura sostenuta comporta un consumo di energia assai superiore ad una tranquilla passeggiata per negozi.
Un criterio pratico per differenziare i vari gradi di intensità dell’attività fisica è questo: l’attività fisica leggera è possibile svolgerla cantando o chiacchierando, quella moderata permette di parlare, mentre quella pesante non consente la conversazione con altre persone per effetto della eccessiva accelerazione del respiro.

Un'attività fisica finalizzata alla salute dovrebbe essere – secondo le raccomandazioni generali – di moderata intensità, cioè dovrebbe far accelerare temporaneamente il battito cardiaco e la frequenza del respiro, lasciando la persona leggermente accaldata e con la respirazione leggermente aumentata: in questo caso il metabolismo del nostro corpo aumenta da 3 a 6 volte rispetto allo stato di riposo.

L'attività fisica può essere comunque di tipo sportivo oppure connessa con il lavoro o con le attività della vita quotidiana, come fare i lavori di casa, praticare il giardinaggio, lavare l'auto, fare le scale a piedi, andare a fare la spesa o portare a spasso il cane. L’attività legata alla vita quotidiana ha il vantaggio che, quando diventa parte delle abitudini di vita, può più facilmente essere protratta nel tempo.

A casa o al lavoro:

* Fare le pulizie
* Fare giardinaggio
* Fare le scale a piedi
* Andare a piedi o in bici al lavoro o a fare la spesa
* Prendere il bus e scendere qualche fermata prima della destinazione
* Sfruttare le pause per una passeggiata
* Andare a parlare di persona con il collega anziché utilizzare il telefono o l’e-mail

Nel tempo libero:

* Seguire corsi di ballo
* Fare sport con un amico
* Iscriversi a un centro sportivo
* Fare gite a piedi o in bici
* Organizzare vacanze “attive”
* Andare a passeggio con il cane

L’OMS raccomanda – per restare sani – un minimo di mezz’ora di attività fisica moderata quasi ogni giorno per gli adulti e di un’ora per i bambini. Sotto questa soglia non vi sarebbe un effetto protettivo verso le malattie, mentre un aumento dei tempi o dell’intensità dovrebbe garantire un effetto protettivo maggiore. Naturalmente una quantità maggiore si rende necessaria qualora si debba perdere peso: in questi casi i tempi da dedicare quotidianamente all’attività fisica dovrebbero aumentare di circa il 50 per cento.

I 30 minuti di attività fisica non devono per forza essere effettuati tutti in una volta. Lo sforzo deve avere un'intensità sufficiente ad aumentare moderatamente la frequenza cardiaca, per un periodo di 10 minuti o più. Esempi di attività fisica moderata sono il cammino ad andatura sostenuta, la bicicletta in piano, il ballo. Comunque, qualora si decida di iniziare un programma di attività fisica partendo da una condizione di sedentarietà, si dovrà sempre procedere gradualmente.

Prima regola camminare?

Il cammino rappresenta il primo livello per tutti coloro che vogliono iniziare a dedicarsi alla propria salute. È utile camminare ogni volta che è possibile, ricordando che i benefici maggiori si ottengono con la continuità, poiché il nostro corpo risponde sempre meglio alle continue sollecitazioni adattandosi a carichi di lavoro sempre più intenso.
Per di più il cammino non costa nulla (ed è quindi alla portata di tutti), permette di socializzare, non richiede particolari abilità, equipaggiamento, strutture o presenza di insegnanti. Infine, il cammino è adatto a tutte le età perché presenta un basso rischio di incidenti e di traumi muscolo-scheletrici.

Come e quanto?

Prima di tutto è importante indossare l’abbigliamento adatto, cioè scarpe comode (per esempio scarpe da ginnastica) che consentano un’agevole articolazione della caviglia, l’adozione di un abbigliamento “a cipolla”, cioè a strati, con indumenti leggeri per evitare sudorazioni eccessive, ricordando anche di adoperare il cappellino se c’è il sole. Altrettanto importante è ricordarsi di bere, specialmente quando si superano i 30 minuti di esercizio fisico, di evitare le ore più calde o più fredde della giornata e di non camminare digiuni (né tanto meno a stomaco troppo pieno).

Il cammino, oltre che in termini di tempo, si può misurare con un piccolo apparecchio semplice da usare, il contapassi o pedometro, il cui prezzo (fra 15 e i 25 euro) è oltretutto alla portata di tutti. Alcuni consigliano circa 10.000 passi al giorno di cammino veloce; ma il cammino è consigliato in ogni caso, anche a livelli inferiori. È necessario cominciare lentamente – specialmente se ci si trova fuori allenamento – ed aumentare l’esercizio con gradualità.


Lesioni spinali, 1500 nuovi casi all'anno:
nasce la Fondazione Stand


E' nata a Verona, ma ora a Roma ha il suo centro nazionale. La fondazione Stand (Spinal Trauma And Disease) è stata istituita presso l’Ircss Fondazione Santa Lucia e avrà lo scopo di rendere disponibile in modo più rapido e accessibile, ai pazienti con lesioni midollari, i risultati delle ricerche in ambito scientifico e clinico.

In Italia sono circa 1.500 i nuovi casi all'anno di lesioni spinali acute, principalmente dovute ad incidenti stradali. Più colpiti i giovani sotto i 40 anni. Stand è nata a Verona nell’aprile scorso, grazie all'impegno di alcuni medici specializzati e con il supporto di un gruppo imprenditoriale. La nuova organizzazione no profit mira a riunire in una sola struttura le esperienze dei principali centri di eccellenza nel campo delle mielolesioni e, nello stesso tempo punta a inserire il nostro Paese nella rete internazionale dedicata alla ricerca in questo settore.

Alla presentazione sono intervenuti il direttore generale della Fondazione Santa Lucia, Luigi Amadio, e i fondatori di Stand: Giuseppe Godi (presidente; imprenditore), Marsilio Saccavini (vicepresidente; Unità Operativa Medicina Riabilitativa-Dipartimento Geriatrico Riabilitativo dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma), Marco Molinari (responsabile Laboratorio di Neuroriabilitazione Sperimentale- Unità Operativa A Sezione Mielolesi della Fondazione Santa Lucia di Roma), Andrea Nistri (Settore di Neurobiologia della SISSA-Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste).

Del comitato scientifico fanno parte John Di Tunno (direttore del Jefferson Medical College-Regional Spinal Cord Injury Center of the Delaware Valley - Philadelphia-USA), Reggie Edgerton (University of Californa Los Angeles-USA), John Steeves (University of British Columbia-Vancouner-Canada), Piergiorgio Strata (Università di Torino) e Alberto Oliverio (Università La Sapienza di Roma)

domenica 1 giugno 2008


CREME PER IL CORPO: VERITÀ E BUGIE

Lozioni e creme miracolose: un falso mito?
Creme anticellulite e dintorni: quale efficacia?
Trattamenti antirughe: questione di lifting?
Quali sono gli ingredienti contenuti nelle creme antirughe?
Il collagene: un ingrediente da ricercare?
Cosa fare quando si acquista una crema “pubblicizzata”?
Quanto costa quindi un corpo perfetto?


Lozioni e creme miracolose: un falso mito?

Molte delle creme e lozioni per la pelle in commercio promettono molto di più della semplice idratazione e nutrizione della pelle. Esse assicurano di ridurre le rughe del viso e di prevenire o addirittura di rendere reversibili i danni causati dall’età e dall’esposizione al sole. Non solo. Alcuni “fluidi miracolosi” assicurano la riduzione e perché no la completa risoluzione della fastidiosa cellulite o dell’eccesso di grasso su pancia, fianchi e gambe. Sono le ultime novità di un settore che non conosce davvero crisi e che si fa largo soprattutto con l’arrivo della stagione estiva quando la moda dei bikini minimali richiede un corpo a dir poco perfetto. Ma tutto questo è vero? Esistono degli studi clinici che confermano o sconfessano una tale efficacia?

Alcune ricerche suggeriscono che diverse creme antietà o anticellulite contengono alcuni ingredienti che possono migliorare lo stato delle rughe o della cellulite, ma molti di questi ingredienti non sono stati sottoposti a studi clinici che attestino scientificamente tale beneficio. Come comportarsi, quindi, di fronte all’acquisto di una di queste creme?

Creme anticellulite e dintorni: quale efficacia?


Con l'arrivo dell'estate creme di questo tipo vanno a ruba. Le donne che soffrono di cellulite vogliono eliminarla nel più breve tempo possibile e allora ecco che vengono messi sul mercato prodotti che promettono di risolvere il problema in sole due settimane. I consumatori di queste creme dovrebbero sapere che qualunque prodotto venga applicato esternamente penetra solo negli strati più superficiali della pelle, per cui non ha effetto sui depositi di grasso (che sono interni) che si vogliono eliminare. Secondo differenti studi l’unica cosa che si ottiene con l’utilizzo di queste creme, è migliorare l'aspetto della pelle ma ciò è dovuto, più che alla crema, all'effetto del massaggio che si realizza applicandola.

Come le creme anticellulite anche quelle che promettono di ridurre il grasso corporeo non danno i
risultati sperati: non bruciano gli eccessi di grasso, non fanno dimagrire e neanche modellano il corpo. La maggior parte di queste creme è inoffensiva per la salute, e anche per questo il loro utilizzo ha acquisito nella nostra società una notevole diffusione, nonostante a volte abbiano dei costi davvero elevati. Creme o lozioni che a livello della pelle dissolvono i grassi: in modo misterioso penetrano nell’epidermide e trascinano il tessuto grasso. Un po’ troppo favolistico.

Per non parlare delle pericolose conseguenze che può comportare una dieta giornaliera assolutamente priva di grassi; i grassi hanno un’importanza fondamentale, non solo perché permettono l’assimilazione di alcune vitamine, ma soprattutto perché sono fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo. Per questo le persone che eliminano improvvisamente i grassi dalla loro alimentazione non fanno una scelta equilibrata per la loro salute.

Trattamenti antirughe: questione di lifting?

In una società in cui il culto della bellezza e della giovinezza la fanno da padroni, pochi sono quelli a cui non importa vedere comparire e moltiplicarsi i segni dell’età. In realtà, con il passare degli anni la pelle che ci protegge si modifica: le cellule smettono di rinnovarsi e l’epidermide diventa più sottile. A questi fenomeni naturali di invecchiamento si aggiungono altri fattori, per esempio un’esposizione eccessiva al sole, il tabacco, l'alcool ed una cattiva alimentazione. L'industria cosmetica risponde a questo problema mettendo in commercio prodotti in grado di combattere (dicono) i segni del tempo: le cosiddette “creme antietà” o antirughe.

Più di un’inserzione pubblicitaria di antirughe che vantano effetti semi-miracolosi si dimostra ingannevole: per diverse creme, infatti, i test non sono stati in grado di dimostrare un’efficacia superiore a quella di una normale crema idratante. Una normativa europea entrata in vigore a marzo permette al consumatore di saperne un po’ di più: ora sulla confezione devono essere sempre riportati la data di scadenza del prodotto, l’elenco degli ingredienti e la presenza di sostanze che possono provocare allergie.

Insomma si tratta di una vera concorrenza al bisturi: creme che, copiando gli effetti della chirurgia estetica, vorrebbero spianare i segni del tempo con un effetto lifting. E così creme e lozioni di nuovissima generazione vantano ingredienti come l’acido jaluronico, l’acido glicolico, l’acido salicilico e il collagene: non a caso li ritroviamo tutti, a ben altre concentrazioni, nella medicina estetica. Il problema da risolvere è come far arrivare questi principi attivi in profondità. Una cosa è certa: una crema non fa il bisturi.

Quali sono gli ingredienti contenuti nelle creme antirughe?

Tra i diversi ingredienti utilizzati per la preparazione delle creme antirughe, quelli ritenuti modestamente efficaci sono la vitamina A e gli acidi della frutta (scientificamente chiamati idrossi-acidi). Il retinolo, un derivato della vitamina A, è il primo antiossidante ad essere largamente usato nelle creme antirughe. Gli antiossidanti sono sostanze che neutralizzano i radicali liberi, ossia quelle molecole responsabili del processo di invecchiamento, quindi anche delle rughe. Il retinolo può avere degli effetti secondari e causare rossore e irritazione della pelle, ma in genere se compaiono sono molto lievi. La concentrazione di retinolo varia da crema a crema e la Food and Drug Administration avverte che alcuni preparati anti-rughe in vendita senza prescrizione medica potrebbero anche non contenere retinolo.

Gli acidi della frutta sono altre sostanze che sembrano avere qualche effetto sull'invecchiamento della pelle. Gli idrossidi acidi stimolano la produzione di collagene, una proteina che ispessisce la pelle e previene la perdita di acqua. L’uso di questa sostanza può portare ad un modesto miglioramento nelle rughe. Il loro utilizzo può, tuttavia, provocare bruciore, prurito e dolore. Inoltre, dato che gli acidi di frutta incrementano la sensibilità al sole, è necessario applicare una protezione solare quando si usano queste creme e per almeno una settimana dopo il loro uso.

Tra gli ingredienti ritenuti “possibilmente” efficaci nel ridurre le linee sottili e le rughe, ma che hanno bisogno di essere sottoposti ad ulteriori ricerche, ci sono: l’acido alfa-lipoico (un antiossidante), gli isoflavoni di soia (fitoestrogeni che regolano naturalmente la produzione ormonale corporea), il coenzima Q-10 (un nutriente che svolge un’azione fondamentale nella produzione di energia), gli estratti del tè, le vitamine C ed E.

Il collagene: un ingrediente da ricercare?

Il collagene è una proteina fibrosa che rende la pelle flessibile ed elastica. Questa sostanza, però, diminuisce con l’avanzare dell’età contribuendo al raggrinzimento e al rilassamento della pelle. È dimostrato che il collagene rassoda la pelle mentre minimizza l’apparizione di linee lievi. Ma cosa dicono gli studi clinici?

Molte creme nutrienti contengono collagene che presumibilmente alimenterebbe la pelle e renderebbe reversibili i segni del tempo. Ma il collagene non viene assorbito attraverso la pelle e non incrementa la produzione di collagene del corpo. Applicando una crema al collagene si può ricevere una sensazione di compattezza, ma questa è dovuta probabilmente all’idratazione della pelle che potrebbe essere ottenuta usando semplici creme idratanti.

Cosa fare quando si acquista una crema “pubblicizzata”?

Quando ci si trova di fronte a una crema o lozione altamente pubblicizzata, prima dell’acquisto è bene tenere a mente alcune informazioni utili:

• Ignorare tutte quelle affermazioni che dichiarano che un prodotto può bruciare i grassi di una parte specifica del corpo (per esempio fianchi, glutei, pancia). A determinare cambiamenti significativi nel nostro corpo sono soprattutto un'alimentazione adeguata ed un regolare esercizio fisico.
• Leggere sempre le indicazioni riportate sulla confezione a caratteri più piccoli proprio perché spesso ad alcune avvertenze fondamentali è dato appositamente meno risalto.
• Essere cauti e scettici nei confronti di certe dichiarazioni di clienti soddisfatti dall’utilizzo del prodotto e delle fotografie che mostrano le foto del "prima e dopo".
• Non farsi ammaliare dalle parole ‘scientifiche’ riportate sulla confezione per descrivere i componenti del prodotto: ciò non significa che l’efficacia del prodotto è stata sottoposta a studi clinici controllati.
Quanto costa quindi un corpo perfetto?

Se decidiamo di acquistare una crema in un supermercato o in una farmacia o su internet, ci troviamo di fronte a centinaia di prodotti contenenti gli ingredienti più disparati. Si può decidere di sperimentarne diversi finchè non si trova quello che è più idoneo alla nostra pelle. Ma questo approccio si potrebbe rivelare piuttosto costoso. Per non parlare delle possibili irritazioni alla pelle. Diverse creme e lozioni potrebbero essere più efficaci su una pelle secca, grassa o sensibile.

È bene conoscere il proprio tipo di pelle, ricercare informazioni sulle creme che ‘ritardano’ l'invecchiamento e che idratano, o su come distinguere i cosmetici per il trattamento antirughe e la chirurgia estetica (una crema può essere comprata in una farmacia, in un supermercato o in una profumeria, mentre i trattamenti chirurgici sono effettuati esclusivamente da medici specializzati). Un dermatologo può aiutarci a scegliere la strada più agevole valutando il tipo e le condizioni della nostra pelle e determinando anche eventuali reazioni allergiche ad alcuni ingredienti contenuti in certi prodotti.

È bene comunque ricordare che ci sono molte cose che si possono fare, se è vero che la maggior parte dei segni sul viso e sul corpo dipende da fattori esterni. Quindi oltre ad acquistare creme o lozioni per corpo e viso (che - ricordiamo - non fanno miracoli) è bene adottare uno stile di vita salutista, mangiare in modo sano, non fumare, bere molta acqua ed evitare i superalcolici, e soprattutto proteggersi dal sole con adeguate protezioni solari. E per chi non ama il bisturi questo è sicuramente il trattamento più efficace in assoluto per preservare la giovinezza della pelle.