martedì 22 luglio 2008


L’amore è tutta una questione di chimica

Il feeling tra due persone è il risultato di un complicato processo ormonale e cerebrale.
Viaggio nei meccanismi che fanno stare insieme una coppia

L'amore? Come una droga naturale

Sul tema dell'amore si sono spesi fiumi di parole e i romantici potranno rimanere delusi nel sapere che a far scattare l'amore, tra due persone, anche quello romantico, non è tanto l'attrazione fisica o quella mentale, ma la chimica. Già, perché tutto è dovuto a due ormoni: la dopamina e l'adrenalina, gli stessi che si innescano nel caso di una tossicodipendenza.
Ma partiamo con ordine. All'inizio di una relazione, quando nasce il desiderio si scatenano nel cervello una serie di reazioni chimiche simili a quelle stimolate dalla cocaina o da altre sostanze sintetiche. Sia nella droga che nell'innamoramento, infatti, si produce una maggiore quantità di dopamina che stimola le aree cerebrali deputate al controllo del piacere, ma anche di adrenalina, che aumenta l'afflusso di sangue verso alcune parti del corpo, come gli organi riproduttivi.
E non è finita qui, perché se sentirsi innamorati è come essere drogati, gli stessi sintomi si presentano anche quando la relazione è finita: sensazione di giramento di testa e stomaco in subbuglio.
Il cervello aumenta la produzione di dopamina anche quando si è stati abbandonati o si è gelosi del partner. Per questo motivo l'innamorato è ancora più determinato a riconquistare l'oggetto del desiderio, proprio come il tossicodipendente lo è nel cercare un'altra dose.

Le tre fasi dell'innamoramento

Dell'amore si occupano psicologi, sessuologi, antropologi e neurobiologi ciascuno con le proprie tesi. Gli esseri umani hanno sviluppato tre diversi sistemi cerebrali per consentire la riproduzione, ognuno basato sulla secrezione di determinati ormoni.
Il primo è l’attrazione sessuale, associata sempre a grandi quantità di testosterone. Il secondo è l’amore romantico, favorito da un’elevata produzione di dopamina e norepinefrina, e da una bassa attività di serotonina. La dopamina scatena un’incredibile energia: per questo gli innamorati non dormono, perdono peso, e sono fortemente motivati.
Il terzo ormone chiamato in causa, che consente alla coppia di mettere al mondo un figlio ed è l’attaccamento a lungo termine, varia secondo il sesso: l’ossitocina per le donne e la vasopressina negli uomini; entrambi sono ormoni che offrono una sensazione di totale appagamento.

Uomini e donne, così diversi nell'amore

Se un medico prendesse nota dei sintomi di cui soffriamo quando siamo innamorati potrebbe fare una diagnosi di disturbo dell'umore se non, nei casi più “gravi”, di una vera e propria malattia mentale. Quali sono questi sintomi così tipici dell’amore “adolescenziale”? Inappetenza, ansia, sbalzi di umore, improvvise sudorazioni, tachicardia, respiro affannoso, sensazione di vuoto allo stomaco, insonnia e pensieri ossessivi.
Uomini e donne non sono uguali nelle reazioni. A livello cerebrale, c’è una grande differenza: negli uomini si ha una forte attività nella zona deputata agli stimoli visivi, nelle donne invece si accende l’area legata alle sensazioni. Il motivo c'è. Infatti, in milioni di anni di evoluzione, gli uomini hanno dovuto valutare visivamente le donne per capire se fossero adatte o meno a produrre figli sani. E questo spiegherebbe perché gli uomini si innamorano più velocemente. Alla donna invece un’occhiata non basta: deve valutare più attentamente il futuro compagno prima di portare un figlio in grembo per nove mesi e allevarlo per anni.

La scienza conferma: l'amore è cieco

Possono metterci davanti la foto di Brad Pitt o quella di Naomi Campbell. Se siamo davvero innamorati, ai nostri occhi saranno persone qualunque, senza un briciolo di fascino. A dimostrare scientificamente che l'amore è davvero cieco, uno studio statunitense condotto dalla University of California di Los Angeles (Ucla), pubblicato sulla rivista "Evolution and Human Behaviour". I ricercatori hanno chiesto a 120 studenti eterosessuali con una relazione sentimentale fissa di esaminare foto di giovani attraenti dell'altro sesso pubblicate su un sito web di appuntamenti eHarmony, e subito dopo di annotare pensieri sul proprio partner o su un argomento a piacere. Coloro che hanno scelto di scrivere del proprio partner, giudicati dai ricercatori "più innamorati" degli altri, hanno dimostrato di pensare alle foto attraenti viste su Internet sei volte meno degli altri. E ricordavano molti meno particolari delle ragazze o dei ragazzi mostrati loro. E' come se i sentimenti di amore per una persona mettessero una benda sugli occhi. Come se la memoria cancellasse selettivamente le immagini che potrebbero distogliere le persone dal pensare quanto è attraente il proprio partner fisso.

mercoledì 16 luglio 2008


AL SOLE SI PREVENGONO I TUMORI

L’esposizione costante al sole per due ore diminuisce fino al 50% il rischio di sviluppare tumore alla prostata, al seno e al colon-retto. Lo ricorda lo studio appena pubblicato sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, condotto dal Dipartimento di Medicina ed Endocrinologia dell’Università di Boston, diffuso dall’Adoi, l’associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani.

Il merito, spiegano gli esperti, è della produzione di vitamina D, legata ai raggi solari, la cui assenza è motivo di malattie infettive, autoimmuni, cardiovascolari e di tumori. La vitamina D agisce beneficamente su tessuti differenti e in particolare sulla prostata e sul seno. Non mancano studi che rimarcano l’azione proapoptotica, antimetastatica e antiangiogenetica, antinfiammatoria e immunomodulante di questa vitamina.

Sono sufficienti due ore al giorno di esposizione nelle ore meno calde, per produrre la concentrazione di vitamina D utile all’organismo. Numerose ricerche confermano la sua azione anticancro, e la relativa mancanza determina un aumento del rischio di sviluppare il tumore al colon-retto fino al 253%.

Il deficit di vitamina D è un problema molto diffuso nel mondo: i fattori che ne influenzano la produzione cutanea sono il tipo di pigmentazione della pelle, le creme protettive, l’orario di esposizione, l’età , la latitudine e la stagione dell’anno. L’estate è sicuramente il momento migliore per prendere il sole e aiutare il nostro organismo. A volte però i cambiamenti negli stili di vita e la stessa paura eccessiva di sviluppare un tumore della pelle rischiano di provocare più danni che benefici.

Il consiglio quindi è di esporsi al sole con moderazione, usando filtri protettivi adeguati al proprio fototipo, cioè al tipo di carnagione, evitando le ore più calde del giorno e, se proprio si vuole restare in spiaggia, ricordando di coprirsi con una maglietta e con un cappellino.

mercoledì 2 luglio 2008


CELLULITE E MESOTERAPIA OMOTOSSICOLOGICA

I canoni della bellezza sono notevolmente cambiati dai tempi di Rubens ai nostri giorni. Le "Tre Grazie" rubensiane sono un ottimo esempio di celluliti miste, dove su una adiposità localizzata si impianta un processo cellulitico.
Si possono apprezzare infatti, nel quadro del famoso pittore, la cosiddetta "cute a materasso” (madras skin) e la cute ondulata "a coltrone" (quilt skin) in corrispondenza della regione glutea, del fianco e della radice delle cosce, nonché delle ginocchia.
Tracce di alterazioni corporee di tipo cellulitico si trovano lungo tutto il decorso della storia umana. Segni di interesse medico per questa inestetica affezione a carico del tessuto adiposo, si ritrovano però solo agli inizi del ventesimo secolo.
Nasce in Francia, proprio in questo lasso di tempo, il termine "cellulite", che viene dapprima usato per indicare un generico inestetismo delle gambe e dei fianchi, poi lo si considera una aberrante espressione di un carattere sessuale secondario, tipico del sesso femminile.
È negli anni 70 che inizia, in Francia ed in Italia soprattutto, una nutrita serie studi per mettere a fuoco le caratteristiche salienti della cellulite.
Negli anni 80 si conosce quasi tutto su questa patologia che altera la silhouette femminile e si comincia anche a trattarla medicalmente come malattia.
Le cure più in auge inizialmente sono i bagni in paraffina, i massaggi vigorosi effettuati per "rompere la cellulite", le saune e le creme utilizzate per ionoforesi.
Sono ancora pochi i medici che si occupano di questa malattia e quei pochi si servono di diete dimagranti spinte all'estremo, di estratti di tiroide, di diuretici. Poi si sviluppano con vigore le terapie mediche (mesoterapia) e chirurgiche (liposcultura) della cellulite, nel frattempo le tecniche diagnostiche si sono affinate con la possibilità di effettuare la termografia e la ecografia.
Negli anni successivi si forma la “coscienza cellulitica”, per il diffondersi anche tra i pazienti e le persone comuni di pubblicazioni; si comincia a pensare a cure mediche globali, intese non solo a combattere il sintomo cellulite ma soprattutto ad agire sul terreno, per la pulizia dell’organismo dalle tossine.


La cellulite è una affezione distinta dalla obesità. I termini più correttamente e comunemente utilizzati sono: lipodistrofia o panniculopatia edemato-fibro-sclerotica (PEFS).
È una malattia non infiammatoria del connettivo, che riconosce più cause, inizia con disturbi del tessuto vascolare e porta ad una cattiva regolazione del flusso di sangue nei tessuti; risultato finale è il ristagno ematico.
A questo segue una fuoriuscita di liquido dai vasi che comprime le cellule, anche quelle adipose che sofferenti, riversano una parte del loro contenuto all’esterno determinando, nel tempo, una iperproduzione di fibre collagene. Così si formano dapprima i micronoduli, poi i macronoduli, caratteristici della cellulite in fase avanzata.
Prevalentemente le donne di razza bianca soffrono di questa affezione, anche se magre e tutte le età possono essere colpite.
Una serie di fattori possono influenzare lo svilupparsi della cellulite: questi possono agire da soli, o intrecciarsi tra di loro rendendo più profonda ed ampia l’affezione:
• I disordini della nutrizione, in particolare l’eccesso nella dieta di zuccheri, di grassi e ormoni, rappresentano un ottimo terreno su cui può svilupparsi la cellulite.
• Le alterazioni della digestione, sopratutto quelle dovute ad insufficienze enzimatiche e quelle associate a disbiosi intestinale; inoltre le intolleranze alimentari.
• I fattori circolatori se di origine arteriosa determinano sofferenza cellulare con alterazione del connettivo. Se invece è interessato il tratto venoso, sia per alterazioni strutturali che funzionali, si avranno stasi del sistema linfatico e gonfiori.
• Variazioni della normale statica della colonna vertebrale e della postura, sono spesso associate ad una alterazione del normale flusso venoso con edema (gonfiore), che da il via al processo cellulitico.
• Le compressioni con indumenti stretti (guaine elastiche, pantaloni stretti, calze a gambaletto), stipsi ostinata, infezioni ginecologiche, tumori della pelvi creano tutte un importante rallentamento circolatorio.
• Il fumo di sigaretta provocando vasocostrizione, rallenta la velocità del sangue con riduzione della ossigenazione dei tessuti e conseguenti danni agli organi ed anche al connettivo. A questo si deve aggiungere l'effetto diretto sugli apparati respiratorio e circolatorio con l'iper-produzione di radicali liberi.
Tanto nella donna adolescente, quanto nella donna adulta, si troveranno i depositi cellulitici preferenzialmente in alcune zone: glutei, cosce, gambe, lombi, regioni laterali dell’addome.
Alcuni dei principali sintomi, che si possono riscontrare nelle donne che presentano questo inestetismo sono: la presenza di "micro" o "macronoduli", riduzione della temperatura cutanea, possibile presenza di smagliature e teleangectasie, dolorabilità talora anche allo sfioramento. A queste manifestazioni si possono aggiungere disturbi della sfera psichica: nervosismo, distonie neurovegetative, tendenza alla depressione, possibili turbe dell'umore.
Come si può combattere il processo cellulitico?
Una delle possibili risposte è l’uso combinato e ragionato della mesoterapia con farmaci omotossicologici.
È una metodica che permette di iniettare, a livello dermico, piccole quantità di farmaci, in maniera tale da essere più vicini possibili alla parte malata.
Può essere usata con successo in reumatologia, in angiologia, nelle malattie venose, oltre che nella cellulite e nelle adiposità localizzate.
Si iniettano con una siringa, al cui apice è applicato un ago molto piccolo, dei farmaci “specifici”, che agiscono sulle varie cause della cellulite.
“Pungendo” con l’ago nei distretti ove è presente l’inestetismo, si rilascia una piccola quantità di farmaco che svolgerà localmente la sua azione.
In genere, dalle sei alle dieci sedute a cadenza settimanale sono sufficienti per ottenere un buon risultato.
Ci sono una serie di vantaggi per il medico ed il paziente utilizzando i farmaci omotossicologici; la reazione allergica è un inconveniente che non si verifica. In allopatia è opportuno usare farmaci per uso endovenoso, per evitare incidenti conseguenti ad eventuale introduzione accidentale in vena, tale precauzione non è necessaria in omotossicologia. La mesoterapia omotossicologica non prevede l’aggiunta al cocktail di anestetici.
Per effettuare in maniera corretta una terapia omotossicologica mediante infiltrazioni dermiche è necessario:
1. Disintossicare l'organismo attraverso un regime alimentare idoneo, che rispetti la biochimica della nutrizione per evitare un ulteriore sovraccarico tossinico di origine alimentare;
2. Contemporaneamente praticare una terapia di drenaggio;
3. Infine un trattamento bio-mesoterapico della cellulite.
In considerazione del fatto che la cellulite è determinata da diversi fattori, l’azione della mesoterapia dovrà essere a 360° gradi supportando da un lato la circolazione, dall’altro il drenaggio. Si dovrà effettuare una incisiva azione lipolitica, un eventuale riequilibrio ormonale ed infine si sosterrà anche la tonicità del tessuto.
Alcuni dei farmaci che si possono utilizzare per sostenere la circolazione sono: l’Aesculus per la sua azione flebotonica, l’Hamamelis che permette di ridurre i gonfiori e la pesantezza delle gambe, il Solanum che stimola la circolazione arteriosa.
Un aiuto per il riequilibrio del sistema ormonale arriva da Hormeel e Lilium. L’azione drenante, nel caso in cui si voglio agire sul fegato, è svolta con notevole efficacia da Hepeel.
Farmaci principi nella stimolazione della lipolisi sono, oltre ai ben conosciuti Fucus e Graphites, anche l’Acidum Fumaricum Injeel ed il Natrium Sulfuricum Injeel.
Un tessuto che è stato trattato per ridurre la cellulite, presenterà una cute sicuramente con un basso grado di tonicità, è indispensabile introdurre nel cocktail mesoterapico uno o più farmaci rassodanti. La Thuja Compositum è farmaco di forte stimolazione dei metabolismi cutanei, migliorando il trofismo dei tegumenti. Il preparato è particolarmente indicato nelle forme di cellulite molle.
Il Funiculus Umbilicalis Suis Injeel è rimedio rivitalizzante per eccellenza. Stimola la produzione dei proteoglicani del connettivo migliorandone la compattezza.
L’azione di rivitalizzazione cellulare dell’Embryo Totalis Suis è da ascriversi al miglioramento della vascolarizzazione del tessuto trattato con il farmaco.
La caratteristica peculiare, specifica ed indubbiamente interessante della mesoterapia omotossicologica è la “personalizzazione” della terapia con farmaci “Costituzionali”.
Si potranno anche utilizzare, in dosi adeguate, in base alle problematiche del paziente, sia in mesoterapia che come terapia domiciliare, il Rhus Tox-Homaccord fl. nella paziente che presenta contemporaneamente cellulite dolorosa e dolori nevralgici e artritici.
Cantharis Compositum S fl. trova indicazione nei pazienti che, con determinate compromissioni renali recidivanti, presentano una cellulite infiammata. Spesso si dovrà ricorrere al Cortison Injeel fl. nelle donne sottoposte a terapie cortisoniche per lungo tempo.
Il processo cellulitico ha un andamento cronico nel tempo, risulta fondamentale quindi un continuo drenaggio dell’accumulo tossinico, che deve essere obbligatoriamente accompagnato da un adeguato modus vivendi.
Lo stile di vita deve quindi rappresentare il giusto equilibrio tra le attività vitali quali: nutrizione, drenaggio, lavoro, attività fisica, sesso, sonno.


UN VALIDO AIUTO PER NON AUMENTARE DI PESO DURANTE LE FERIE: LA GARCINIA CAMBOGIA

La Garcinia Cambogia è un albero di media altezza che cresce spontaneamente nell'India Meridionale, in Indocina, in Cambogia, nelle Filippine, ha delle lucenti foglie verde scuro di varie forme.

La Garcinia produce un frutto di forma ovale, molto largo, ricoperto da un grosso e carnoso pericarpo di colore arancio o giallo. Dalla buccia del frutto della Garcinia, si ottiene un estratto ricco di acido idrossicitrico, stabilizzato e reso facilmente assimilabile come sale di calcio. L'acido idrossicitrico è fisiologicamente presente nel nostro organismo e l'uso come supplemento alimentare può essere utile in caso di obesità, ipercolesterolemia ed eccesso di trigliceridi perché interviene nella sintesi dei grassi e nella regolazione dell'assunzione dei cibi.

E' noto che nel tessuto adiposo finisce tutta quanta quella parte degli alimenti assimilati che non è stata utilizzata dall'organismo per mantenere l'integrità degli organi, della pelle, dei muscoli o per produrre energia (si dice infatti che l'organismo "brucia" le calorie assunte col cibo); così gli zuccheri, le proteine ed i lipidi introdotti in eccesso con l'alimentazione vengono trasformati in grasso. che si accumula nel tessuto adiposo; la trasformazione richiede l'intervento di particolari enzimi, ed uno di questi, la citricoliasi, viene inibito dall'acido idrossicitrico. Come conseguenza si ha una limitata conversione degli zuccheri in grassi ed un senso di sazietà.

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