domenica 27 aprile 2008


I PERICOLI DELL'HAPPY HOUR

Happy hour, non solo aperitivo?
Bevande alcoliche: mai a stomaco vuoto?
Meglio analcolici ed energy drink?
Spuntino o cena?


Happy hour, non solo aperitivo?


Una sosta dopo il lavoro prima di rientrare a casa, l’inizio di una lunga serata con gli amici, una tarda colazione o un anticipato pranzo della domenica mattina: la moda dell’happy hour e degli aperitivi dilaga soprattutto tra giovani e giovanissimi. Ma se questa abitudine diventa un costume quotidiano, o quasi, è bene seguire alcune linee di comportamento per evitare danni alla nostra salute.

Dal punto di vista nutrizionale il rischio è quello di perdere il controllo della quantità di calorie introdotte e di avere un apporto sbilanciato dei principi nutritivi necessari all’organismo per svolgere al meglio tutte le sue funzioni. Oltre al graduale aumento di peso possiamo notare un impigrirsi dell’intestino e un aumento del livello di grassi nel sangue, come conseguenza di un’alimentazione sbagliata. Esiste poi il concreto pericolo di eccedere nelle bevande alcoliche. Vino, birra, ma, soprattutto, cocktails dai nomi esotici a base di rhum, gin, vodka ed alcolpop, dai colori vivaci che li fa somigliare ad una limonata o ad una aranciata ma con, in realtà, una gradazione alcolica che va dal 5 al 7 per cento, cioè superiore alla birra, tanto per fare un esempio. Arrivare a due o tre drink in queste occasioni è facile ma non salutare: mancanza di lucidità, torpore, rallentamento ideomotorio, perdita di coordinamento dei movimenti, sono solo alcuni degli effetti immediati.

Dipendenza, danni all'apparato digerente, al sistema cardiocircolatorio, al sistema nervoso centrale sono le gravi conseguenze dell'abuso di alcol nel tempo.


Bevande alcoliche: mai a stomaco vuoto?

Bere alcol a digiuno fa male. L'alcol, anche se introdotto in quantità non elevate, come nel caso degli spumanti o del prosecco, ma bevuto a digiuno, può provocare danni all'organismo. Bisogna tenere presente, infatti, che la tolleranza all'alcol varia da individuo a individuo (per esempio è molto minore nelle donne) e i fattori che la influenzano sono vari. In generale, però, a stomaco pieno l'assorbimento dell'alcol è molto più lento: infatti può variare da 2 a 6 ore, a seconda del grado di riempimento dello stomaco. In questo modo, l'alcol viene metabolizzato con gradualità e non raggiunge mai picchi troppo alti nel sangue. A digiuno, invece, inizia ad essere assorbito già cinque minuti dopo l'assunzione e in dieci minuti, quasi la metà viene assorbita e metabolizzata, per cui si può diventare euforici costringendo il fegato a lavorare molto e faticosamente. Se si beve a digiuno, inoltre, le cellule nervose ne sono influenzate negativamente.


Meglio analcolici ed energy drink?

Per i cocktail analcolici quelle da tenere sotto controllo sono le calorie. Fra tutte le bevande solo l’acqua ha 0 calorie. Le bibite zuccherate sono ingannatrici perché oltre ad avere un potere dissetante piuttosto scarso forniscono per ogni bicchiere (circa 200 ml) dalle 60 calorie del tè alla pesca o al limone alle 100 dei succhi di frutta confezionati. Arrivano a 120 le calorie presenti in una lattina di aranciata, coca cola, chinotto e simili.
Quindi, meglio scegliere bevande a base di frutta fresca, senza zuccheri aggiunti evitando le bevande cosiddette “light”, perché spesso contengono dolcificanti, cioè prodotti chimici che non è detto facciano bene alla salute.

Discorso a parte va fatto per i cosiddetti energy drink. Tutti infatti sono caratterizzati dalla presenza di sostanze notoriamente stimolanti, come caffeina, taurina, ginseng, guaranà e contengono un'elevata quantità di carboidrati che aiutano ad apportare energia in brevissimo tempo. Studi recenti hanno evidenziato che gli energy drink, oltre ad un elevato apporto calorico, contengono spesso livelli di caffeina superiori a quelli raccomandati. Queste bibite potrebbero dunque essere pericolose per individui soggetti ad ansia, palpitazioni, irritabilità, difficoltà ad addormentarsi, persone con problemi allo stomaco.
Viene poi messa in discussione la convinzione che grazie alle bevande energetiche si possano combattere facilmente stress e stanchezza. Infatti pare che l'apporto positivo degli energy drink sia a breve termine, intorno alla mezz'ora, ma che subito dopo provochi dipendenza e diminuisca la capacità di dormire.


Spuntino o cena?

L'errore principale che si commette partecipando ad un happy hour, è quello di non considerarlo un pasto a tutti gli effetti (almeno dal punto di vista delle calorie), credendo sia solo uno spuntino. In realtà il buffet degli “aperitivi” sfoggia ben di più: pasta, formaggi, insaccati, pizze, focacce, fritti , per non parlare di patatine e snack vari.
Il problema è che una piccola porzione di questi cibi corrisponde ad un eccessivo apporto calorico visto che , ad esempio, una mozzarellina di 30 g fornisce 72 calorie, le patatine hanno 536 calorie per 100 g, le arachidi 602 e i pistacchi 601.

E' preferibile quindi puntare sugli stuzzichini di verdure: sottaceti (10 calorie per 100 g), crudité (20 calorie per 100 g) e verdure grigliate (30-60 calorie per 100 g), o su pesce, prosciutto crudo, spiedini di frutta e formaggio fresco (come la ricotta). Attenzione anche ai condimenti: burro, olio in eccesso, maionese, salsa tartara e salsa rosa accrescono a dismisura l'introito di grassi e calorie.
Ricordando sempre che il cibo ingerito dovrebbe sostituire e non precedere immediatamente il pasto principale (pranzo o cena che sia).

domenica 20 aprile 2008


FRUTTA E VERDURA: DAVVERO COSÌ UTILI?

Frutta e verdura, preziose alleate?


Elisir di lunga vita, nemiche dell’invecchiamento cellulare, preziose alleate nella prevenzione: l’indicazione di mangiare quantità elevate di frutta e verdura è ormai presente in quasi tutte le linee guida per una sana alimentazione. I dati della ricerca epidemiologica e biologica, infatti, ne confermano sempre più il ruolo benefico e suggeriscono l’utilizzo di almeno cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura per prevenire numerose malattie tra cui quelle cardiovascolari e molte forme tumorali.

I pregi della frutta e della verdura sono noti: contengono poche calorie e sono un'ottima fonte di vitamine, sali minerali e fibra.
Grazie alla loro composizione, idratano l'organismo, mantengono l'equilibrio salino, aiutano a tenere il peso sotto controllo, proteggono dall'azione distruttiva dei radicali liberi, regolano la funzionalità dell'intestino. L’importante è consumarne regolarmente, alternandole sulla nostra tavola. La varietà, infatti, è fondamentale, poiché l’organismo richiede determinate quantità delle diverse sostanze nutritive.

Sceglierle seguendo la “regola dei colori”?


Uno slogan dietetico assai caro agli specialisti della nutrizione sintetizzava con un aforisma la maniera di soddisfare il bisogno vitaminico dell’organismo: “mangiare tutti i giorni qualcosa di rosso, di verde e di giallo”. Questo perché neppure il ricco patrimonio vitaminico della frutta può dirsi completo di tutte le vitamine utili, che può variare considerevolmente da una specie all’altra.
Dietro il rosso di un’arancia si nasconde molta vitamina C, un po’ di vitamina PP e di B2 ma vi sono ben poche tracce di vitamina A e di E. Altrettanto per il verde limone che, come tutti gli agrumi, abbonda di vitamina C ma non certo di complesso B. Le albicocche si distinguono per il loro altissimo contenuto di carotene, ma hanno uno scarso contenuto di vitamina C.

Occorre quindi attenersi alla vecchia e semplice regola di alternare frutta e verdura sulla propria tavola, al passo con le stagioni, per attingere nella rotazione a tutto il patrimonio vitaminico minerale di cui necessita il nostro organismo.
Un tempo le stagioni costringevano ad una scarsa varietà; oggi, grazie ai progressi tecnologici e dei trasporti, non è più così .

Riguardo al contenuto vitaminico possiamo dividere verdura e frutta in due gruppi diversi a seconda che prevalgano la vitamina C o i carotenoidi, progenitori della vitamina A:
• come fonte prevalente di vitamina C: arance, limoni, mandarini, fragole, cavolfiori, lattuga, pomodori;
• come fonte prevalente di carotenoidi: albicocche, cachi, melone giallo, zucca, carote, peperoni;
• pomodori e peperoni potrebbero figurare in entrambi i gruppi dato il buon contenuto sia dell'una che dell'altra vitamina.

Vitamine e minerali: come preservarli?

Frutta e ortaggi hanno anche un rilevante patrimonio minerale, tra cui primeggiano il potassio e, anche se in misura minore, il magnesio, a cui la dietologia moderna assegna dei ruoli determinanti negli equilibri organici e nel benessere.
Un’adeguata assunzione giornaliera di magnesio assicura un buon funzionamento dell’organismo, a più livelli, viste le sue numerose e fondamentali proprietà. Esso, infatti, stimola il sistema nervoso, normalizza le funzioni muscolari, favorisce le funzioni metaboliche, contribuisce alla crescita delle ossa e rinforza lo smalto dei denti.

Per ridurre al minimo la perdita di vitamine e minerali nella conservazione e preparazione di frutta e verdura è utile seguire alcuni accorgimenti:
• Al momento dell’acquisto, scegliere prodotti freschi ed evitare quelli avvizziti o bagnati.
• Conservare i vegetali nella parte bassa del frigorifero, preferibilmente in sacchetti di carta scura.
• Non lasciar stazionare frutta e verdura per troppo tempo.
• Nel caso di verdure e ortaggi destinati alla cottura, non sminuzzare troppo i vegetali, cuocere a vapore o in pentola a pressione, utilizzare poca acqua e immergere i vegetali quando questa sta già bollendo.

Integratori, una valida alternativa?

Spesso si è tentati dal ricorrere all’ausilio di integratori vitaminici per completare il proprio regime alimentare. È bene sapere, tuttavia, che un eccesso di vitamine non giova all’organismo più della normale dose giornaliera, prevista come fabbisogno ottimale; anzi, è noto che per i prodotti farmacologici a base di vitamine liposolubili (A, D, E, K) – ma in particolare di vitamina D e A – esiste un reale pericolo di sovradosaggio.
Nel caso di integratori di vitamine idrosolubili, invece, gli eventuali eccessi saranno semplicemente eliminati con le urine senza portare alcun reale beneficio.

Attraverso gli alimenti è impossibile arrivare ad un eccesso e quindi il consiglio è di non far mancare la preziosa materia prima contenuta nella frutta e nella verdura. Un motivo in più per scegliere i vegetali come fonte elettiva di micronutrienti è la scoperta, arrivata da studi recenti, che le vitamine e gli antiossidanti degli alimenti sono in grado di agire in sinergia tra loro, ovvero la loro azione si potenzia reciprocamente; questo effetto è minore o assente quando vitamine e antiossidanti vengono assemblati in una capsula dalla mano dell’uomo.

martedì 8 aprile 2008


FIANCHI PIU’ SNELLI CON GLI ULTRASUONI


Gli ultrasuoni possono ridurre gli accumuli di grasso che rovinano la linea di cosce e fianchi. Il tutto senza bisturi e senza anestesia. Questa tecnica non serve, invece, per eliminare la cellulite.

UNA TECNICA INDOLORE

Come funziona? A dispetto di quello che si può pensare, le onde sonore con una frequenza altissima producono calore, se vengono generate in un modo particolare, e hanno anche una forza d’urto notevole. E’ questo effetto combinato a distruggere le cellule di grasso. Durante il trattamento, la superficie della pelle viene raffreddata, per ridurre i danni e il dolore. E il paziente prova solo un leggero fastidio. Ma attenzione: il sistema funziona soltanto per il grasso che si trova a una profondità di non più di due-tre centimetri (al di sotto, gli ultrasuoni non arrivano con potenza sufficiente). E dev’essere un medico esperto a consigliare questa tecnica, che può creare danni alle persone con i tessuti particolarmente fragili, come gli anziani.

TRATTAMENTO VELOCE

La macchina che emette gli ultrasuoni viene appoggiata sulla zona da trattare e in pochi minuti fa andare in necrosi, cioè fa morire, le cellule adipose (gli adipociti), per un fenomeno chiamato cavitazione, che consiste nella rottura delle membrane. Le cellule e il loro contenuto (comprese le goccioline di grasso, presenti all’interno) vengono eliminate dai macrofagi, spazzini dell’organismo, o finiscono negli spazi interstiziali fra una cellula e l’altra, dove subiscono un processo di demolizione. Non vengono danneggiati dagli ultrasuoni, invece, le fibre nervose, i muscoli e i tendini, che sono più robusti del tessuto adiposo.

SOLO PER PICCOLE ZONE

La quantità di adipociti da eliminare dev’essere, comunque, relativamente piccola. Perchè l’organismo, altrimenti, non riesce a gestire bene i resti di queste cellule, quando vengono distrutte dagli ultrasuoni. E possono crearsi avvallamenti nel sottocute. Ogni seduta ha una durata variabile, dai 15 ai 45 minuti. Per curare piccoli inestetismi basta un singolo trattamento. Quando invece si desidera un rimodellamento diffuso, si procede con un ciclo di cinque-otto trattamenti. I prezzi variano da 200 a 500 euro per seduta e possono dunque diventare elevati.