domenica 11 maggio 2008


SOLE E PELLE

Con l’arrivo della bella stagione incominciano le “scorpacciate” di mare e di sole.
Ecco alcuni consigli per fare in modo che sfruttiamo solo i benefici che derivano dall’esposizione al sole.


Quando proteggersi dal sole?

In linea generale ci si cautela dalle radiazioni solari soprattutto in estate. La nostra pelle però assorbe le radiazioni tutto l’anno (seppure solo in alcune zone del corpo) e ha una “memoria” per cui ogni eccesso, bruciatura o imprudenza viene sempre registrato. È l’accumulo di questi errori nel tempo, in realtà, a causare i danni maggiori. Se quindi per alcuni decenni l’abbronzatura ha rappresentato uno status symbol da raggiungere ad ogni costo, oggi l’attenzione è rivolta soprattutto alla prevenzione. Sappiamo infatti che, se gestito con la dovuta cautela, il sole può essere addirittura terapeutico. Vale comunque la regola d’oro di evitare qualsiasi eccesso.

Le pillole abbronzanti aiutano a proteggersi?


È un’illusione che le pillole abbronzanti preparino e proteggano la pelle dalle radiazioni solari. Non vi è alcuna prova a supporto di questa teoria. Quasi nessuna delle sostanze contenute in queste pillole è approvata o raccomandata dagli organi ufficiali. Anzi, alcune sostanze usate in passato sono state addirittura ritirate dal mercato.

Oggi sono sempre più diffusi prodotti a base di beta-carotene, un carotenoide che viene lentamente convertito in vitamina A dall’organismo, e i farmaci contenenti vitamina A (retinoidi), che vengono utilizzati nel trattamento dell’acne e della psoriasi grave. Si sta addirittura studiando l’applicazione dei retinoidi in alcuni tipi di tumore, tuttavia la loro assunzione in quantità elevate può essere tossica. I sintomi da sovradosaggio di entrambe le sostanze citate sono simili: una colorazione della pelle che va dall’arancione al marrone, soprattutto sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi, danni al fegato, attacchi di orticaria e una particolare forma di retinopatia (si formano depositi gialli nella retina che fortunatamente scompaiono sospendendo l’assunzione della sostanza).

È vero che alcuni prodotti sono responsabili di reazioni quando ci si espone al sole?

Sì, esistono prodotti cosmetici per uso esterno foto-sensibilizzanti. È il caso ad esempio di alcuni profumi o acque di colonia, deodoranti, antisettici, schiume da barba. In particolare quelli contenenti alcuni principi attivi vegetali, quali: il carciofo, l’angelica, il limone, l’anice, il finocchio, il prezzemolo e, contrariamente all’opinione comune, la carota.

Anche alcuni farmaci possono provocare le medesime reazioni: i diuretici, gli ipoglicemizzanti, gli antibiotici e i sulfamidici, gli ansiolitici e gli antistaminici. È quindi necessario informarsi sempre dal proprio medico o dal farmacista prima di esporsi al sole quando ci si sottopone a un trattamento farmacologico.

Sole e ossa: un binomio vincente?


Alle ossa il sole fa senz’altro bene, e non solo a quelle dei bambini e degli adolescenti, che divengono più resistenti, ma anche a quelle degli anziani in cui l’esposizione al sole contrasta la perdita di calcio e l’osteoporosi (specie nelle donne). Anche coloro che soffrono di artrosi e di reumatismi possono beneficiare del sole perché le esposizioni e il calore contribuiscono a diminuire i dolori.

I raggi solari servono poi a prevenire il rachitismo, che fa sì che le ossa del bambino non si induriscano a dovere perché non assorbono sufficiente calcio. Spesso la causa è una carenza di vitamina D, che favorisce l’assorbimento del calcio. L’esposizione ai raggi UV stimola la produzione di vitamina D. Di questi tempi però, se ne ingeriscono quantità sufficienti attraverso il cibo, ed è meno probabile svilupparne una carenza nei paesi occidentali.

Per quali problemi della pelle è consigliato esporsi al sole?


Psoriasi, eczema e vitiligine sono malattie della pelle per le quali viene raccomandata l’esposizione al sole, seppure con moderazione.

Alle persone affette da psoriasi una quantità moderata di luce solare può infatti migliorare le lesioni e la desquamazione in modo significativo. Purtroppo un’esposizione eccessiva rischia di provocare delle acutizzazioni, trattandosi di una malattia autoimmune. In ogni caso la cute va protetta con un filtro solare ad alto fattore di protezione.

L’eczema è un’affezione cutanea generalmente recidivante. Si tratta di un’irritazione che rende la pelle secca e squamosa e provoca un fastidiosissimo prurito. Nel trattarla si cerca soprattutto di alleviare il prurito e la secchezza cutanea e nei casi più gravi si sottopone il paziente a fototerapia.

La vitiligine è un disturbo causato dall’assenza di melanociti in una precisa area cutanea, con conseguente perdita della pigmentazione e chiazze bianche. Poiché molti soggetti posseggono ancora alcuni melanociti nelle zone interessate da vitiligine, la fototerapia e l’esposizione alle radiazioni solari permettono di stimolare la produzione del pigmento. Tuttavia il paziente corre maggiori rischi di sviluppare un carcinoma squamoso della pelle.

L’ittero, infine, è il sintomo di una malattia epatica che generalmente non lascia strascichi. Si manifesta con una colorazione giallastra della pelle che di norma la fototerapia contribuisce a far riassorbire.

Va comunque detto che anche una pelle sana trae vantaggio da una moderata esposizione alle radiazioni UV, infatti il calore dei raggi provoca una vasodilatazione che di conseguenza fa aumentare l’ossigenazione della pelle. Un naturale trattamento stimolante e rivitalizzante cui far ricorso senza esagerare.

Abbronzatura: un bilancio di pro e contro

Per quanto le radiazioni ultraviolette del sole aumentino il rischio di tumori alla pelle, è anche vero che stimolano la produzione di vitamina D che, a quanto pare, è uno dei fattori per la prevenzione e la cura del cancro. Sembra infatti che questa vitamina possegga alcune proprietà antitumorali e che la sua carenza si associ all’aumento della predisposizione a questo tipo di tumore. Attualmente non vi è nulla di dimostrato, ma il National Cancer Institute americano sta svolgendo alcuni studi volti a dimostrare la veridicità di questa teoria e soprattutto a quantificare i tempi di esposizione al sole tali da stimolare un’idonea produzione della vitamina.

Malgrado questi importanti fattori curativi, se non si seguono gli accorgimenti necessari, gli effetti nocivi dell’esposizione ai raggi UV in genere superano quelli positivi. Oltre agli effetti a breve termine quali scottature ed eritemi, alla lunga la sovraesposizione ai raggi del sole può danneggiare la pelle, gli occhi e - si sospetta - anche il sistema immunitario, senza contare l’aspetto estetico: il foto-invecchiamento precoce della pelle. Un sano comportamento nell’esporsi al sole, quindi, rappresenta l’unica forma per cautelarsi nei confronti dei possibili danni nel tempo.

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