giovedì 9 ottobre 2008


La bicicletta può far male al sesso

Ciclisti professionisti e amatoriali a rischio. In Italia i primi tre casi a livello mondiale di priapismo arterioso da bicicletta

Andare in bicicletta può mettere a repentaglio l’apparato sessuale maschile. L’allarme arriva dagli urologi, che spiegano come un colpo forte può provocare nell’uomo la rottura dell’arteria cavernosa con conseguente invasione di sangue nel corpo cavernoso. Tutto questo si traduce in un’erezione prolungata e non dolorosa (priapismo ad alto flusso) che può durare anche per diversi giorni. Tutto questo si traduce in un’erezione prolungata e non dolorosa (priapismo ad alto flusso) che può durare anche per diversi giorni.

In genere gli uomini si rivolgono allo specialista dopo qualche tempo, sperando che il fenomeno regredisca spontaneamente. Ma non si tratta di un problema da sottovalutare. A differenza del priapismo a basso flusso nel quale l’erezione è molto dolorosa e dove bisogna intervenire tempestivamente rivolgendosi ad un pronto soccorso, per questo tipo di priapismo si può attendere ma è bene comunque essere tempestivi.

Inoltre, i microtraumi provocati dal sellino possono ripercuotersi sul nervo pudendo o sull’arteria cavernosa provocando temporanei (anche della durate di settimane) deficit erettivi come accade a ciclisti professionisti dopo lunghe gare.
Dei tre casi analizzati, i primi analizzati a livello mondiale, due riguardavano soggetti adulti con trauma conseguente ad un violento colpo del pene sul tubo della bicicletta situato tra il sellino ed il manubrio. Il terso caso è stato osservato in un bambino di 12 anni per un urto violento della porzione fissa dei corpi cavernosi sul manubrio. In due casi il priapismo è insorto dopo due giorni, durante la notte; in uno dopo qualche ora.

Torna quindi, dal punto di vista dei problemi urologici, il problema della sicurezza della bicicletta. Già da tempo, infatti, sono noti disturbi come uretriti, prostatiti, ematuria, torsione testicolare e insensibilità al pene da parte di ciclisti, e da qualche tempo la bicicletta viene considerato addirittura come fattore do rischio per il deficit erettivo.

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